E’ tutto un marketing.  Al Giro d’Italia di domenica 15 maggio qui a Radda in Chianti ho visto carovane di camion carichi di pubblicità da smontare e rimontare ogni giorno, ho visto persone speranzose, solo quello poi, che una televisione si soffermasse sulla propria insegna. Nel mio mondo del vino le Guide dei vini offrono continuamente proposte pubblicitarie per il (loro) marketing, altre persone “addette ai lavori†pretendono che dedichi il mio tempo a loro, io che mi sembra di non aver più tempo per me, per la mia famiglia, per il mio lavoro che mi piace fare ossia in vigna e cantina.
Marketing, marketing e poi marketing. Sui siti in Internet è una continua pubblicità , devi stare attento a cliccare perché altrimenti ti appare la pubblicità dell’auto, della banca o del cazzo ritto. Come una folla con i depliant in mano che ti rincorre dietro, e te che cerchi si sguizzar via, di scappare cercando una via di fuga introvabile.
I social anche, devi avere mille accortezze per non farti entrare in dinamiche perverse dove sempre è la pubblicità che cerca di sopraffarti.
Insomma, quell’articolo  su Huffington Post “Il girono in cui ho smesso di dire sbrigati†è solo una parte di quanto c’è a giro. E nessuno, io compreso, ne è immune. La Natura con la recente grandinata forse mi sta sussurrando: chi te lo fa fare di correre così? Ma … Come rallentare?