Le Wine Industries

Secondo Assoenologi, quest’anno la produzione media prodotta è circa il 15% in meno della media. A seguito di ciò la valutazione dei vini all’ingrosso è aumentata dal 10% al 35%. Per dire la verità non mi risulta, ancora. Loro, loro, le Wines Industries, sono preoccupate perchè se aumenta il valore del vino diminuiscono i ricavi e i bilanci, sostengono, ne risentono negativamente; e se ne lamentano.

Secondo me loro, loro, non riescono a vedere al di la del proprio naso. L’agricoltura, la produzione agricola, non è assimilabile a un semplice prodotto di fabbrica, dove a tavolino si possono calcolare investimenti, ammortamenti, costi, ricavi, ecc., l’agricoltura non è un settore dove 1+1 fa 2.

Per questo motivo credo che se il prezzo del vino aumenta, finalmente, è un bene per tutti. Per prima cosa, perchè i tempi sono maturi per aumentare diffusamente la qualità; per secondo, perchè non si può continuare a impiccare i piccoli produttori costretti a vendere negli ultimi tre anni sottocosto rischiando di far cadere il ramo su cui le stesse Wines Industries sono sedute; per terzo la reciproca convenienza. La convenienza a pagare almeno i costi di produzione vuol dire aiutare chi lavora sul territorio, specchio di un vino, una denominazione, molto vantaggioso per chi non ha grosse relazioni col territorio. Contemporaneamente, per un piccolo produttore/imbottigliatore riuscire a vendere dignitosamente quelle partite meno pregiate (non scadenti, intendiamoci!), significa riuscire a mettere sul mercato vini di alta qualità che virtuosamente promuovono quel tipo di vino o denominazione che usa la stessa “Wine Industrie” (e d’altra parte i prezzi al dettaglio sono la discriminante fra le due categorie nel mercato). Aggiungo che sono convinto che occorrerà distinguere i due casi, visivamente, con semplici colpi d’occhio nella capsula o in altro modo evidente, come per esempio nella denominazione Chianti Classico, dove si trovano sullo scaffale bottiglie da 5 euro fino a 40 euro. Questo per far comprendere intuitivamente le utili differenze…

Per cui dico: l’aumento dei prezzi del vino “atto a divenire”, se esiste, è solo una benedizione, per tutti.