L’agricoltura non è centrale, oggi.

 

L’agricoltura non è più considerata una questione strategica. Ormai culturalmente. Si pensa che sarà sempre possibile importare con la forza o con i quattrini il cibo. Si pensa che l’indirizzo industriale sia vincente. Si pensa che l’indirizzo Hi-Tech sia vincente. Perdere i piccoli produttori in Italia e nel mondo, quelli che fanno le noci, quelli che fanno le castagne, quelli che fanno il grano, l’erba medica, l’orzo, il vino, il latte, il grano, non interessa a nessuno. Tanto sta roba basta andare al supermercato a comperarla. Si pensa che l’industria agricola può sostituire le conoscenze individuali, territoriali e culturali tramandate di generazione in generazione.

Non sono d’accordo.

Mi rifiuto di pensare che il progresso non si basi anche su un’agricoltura diffusa piccola, sostenibile, anche microscopica a volte, ma sempre ricca di valori di conoscenza da proteggere gelosamente, valori su cui si fondano e si reggono le collettività.

E’ per questo che l’unità di tutti i piccoli agricoltori è e sarà decisiva per uno sviluppo più armonioso dell’Italia e di tutte le nazioni del mondo, al di là delle influenze politiche e religiose.

I piccoli potranno, se uniti, indirizzare le politiche agricole. Altrimenti, Addio.

 

 

 

13 pensieri riguardo “L’agricoltura non è centrale, oggi.”

  1. Bravo Paolo, l’unione dei piccoli potrà salvarci da questo bailame.Parlandoti della mia terra,noi piccoli produttori di Lambrusco-il più piccolo sono io e il più grande non arriva a80000 bottiglie l’anno-ci siamo uniti staccandoci dal consorzio ,perchè credimi qui da noi Lambrusco è spesso sinonimo di INDUSTRIA, e le istituzioni che ci dovrebbero tutelare sono assenti….Io e i miei amici non molliamo.
    Tornando sulla cooperazione tra piccoli contadini, a Campogalliano abbiamo una bellissima realtà per le pere.Siamo riusciti a unirci tra due cooperative importanti modenesi e ora siamo importanti sul mercato.Cooperativa con tanto di tecnici fantastici che aiutano sempre il contadino e lo seguono in tuttel le fasi.Anche se il sogno sarebbe piccole cooperative tra i diversi comparti della agricoltura…forse solo un sogno.
    Ciao Gian Paolo

  2. piccoli produttori uniti…piccole cooperative.. consorzi ”che devono stare uniti tra grossi e piccoli (ne hai un esempio tutti i giorni con ”il tuo…”)bello molto bello ma come ”si accozza” con ”le strategie di marketing..,esportazioni,ecc..ecc.quando per ”muovere un passo” hai bisogno del ”burocrate di turno” (o di colui che vive di burocraticità)e di sfoderare giornalmente pratiche da ”grande industria senza scrupoli” ? Se poi le organizzazioni ”che controllano” i piccoli e medi agricoltori” sono alla corte di chi manovra..non so .. cosa rimane ”della ”filosofia del piccolo”…sicuramente ”la testa chinata verso il basso”..

  3. Sono d’accordo, e proprio per questo secondo me è urgente una riforma agraria che possa prevedere forti agevolazioni burocratiche affinchè gli "artigiani agricoli" sopravvivino all’industria agroalimentare che cerca di inghiottire tutto e tutti nelle logiche industriali di profitto. E’ un errore per esempio equiparare un artigiano che produce 20.000 bottiglie di vino con chi produce molte centinaia di migliaia, o milioni, di bottiglie. Oggi è però così.

  4. Inutile dire che condivido ogni parola. Ma condividere non basta, adesso bisogna fare i passi necessari per difendere la piccola agricoltura, sotto attacco di mille fronti armati e molto aggressivi. Non si tratta solo di tutelare il lavoro delle famiglie agricole, si tratta di pensare alla salute di tutti. La piccola agricoluta è una ricchezza per chiunque, anche per chi crede che l’unica ricchezza sia avere un buon conto in banca e il supermercato vicino. Anche per loro dobbiamo alzare la voce, anche se nessuno applaude. Interessano molto di più i goal della domenica piuttosto che un contadino che si alza alle 4 di mattina per un millesimo del compenso del calciatore di turno. Tutto questo è profondamente sbagliato. Seduto in poltrona a guardare questo scempio non ci resto di sicuro!
    La mia mano ve la do, nel mio piccolo, nel nostro piccolo. Uniti, come sempre.

  5. Guarda per quel che mi riguarda ,Davide , ti ringrazio per la mano ,però purtroppo è sempre questa merda di mondo che non gira ,ma rotola. l’importante è non mollare..Come il fa mio amico Gabriele grande vignaiolo

  6. Noi piccoli produttori di Chianti Classico siamo una nicchia, di una nicchia (perchè siamo anche biologici) e ci troviamo a produrre sì un prodotto agricolo, ma siamo custodi anche del paesaggio toscano, che è un bene reale e di cui sono beneficiari tutti, non sarebbe affatto fuori luogo che ci venisse concesso una remunerazione per questa funzione anche in virtù dell’equilibrio idro-geologico di cui siamo di fatto responsabili.

  7. Ho ricevuto con piacere una lettera dell Dott. Marco Pallanti che invita alcune piccole aziende, tra cui Caparsa, ad un colloquio presso il Consorzio Chianti Classico il 28 Febbraio. Naturalmente sono le aziende che hanno partecipato alla cena da Burde in occasione della contemporanea cena alla Chianti Classico Collection che, tra l’altro, hanno avuto una visibilità oltre ogni aspettativa sulla stampa.
    Mi pare la cosa molto positiva, in quanto avevamo avuto un colloquio informale chiarificatore il giorno dopo ma in ordine sparso.
    Pallanti mi pare attento al dialogo, la speranza è che in un clima disteso, si possa arrivare ad una stimolante discussione, per il bene della denominazione e per il bene dei piccoli produttori tutti.

  8. ..bene bene ..”qualcosa si muove”..se volete un consiglio( non ne avete bisogno..) ditegli subito ,anche all’inizio dell’incontro,che la cena da burde E’ COSTATA LA META’.. se è .anzi Lui LO E’ ”un buon padre di famiglia”… capirà subito..!

  9. ..altro piccolo consiglio x il 28 (poi basta che siete grandi..!) attenti allo”spauracchio del..”vi porterò davanti al collegio dei probiviri”…forse sarebbe interessante conoscere la motivazione…”i piccoli e veri chiantigiani ”processati”perchè vogliono fare i chiantigiani..quelli veri ed autentici”..

  10. Mario, non ci sono assolutamente ragioni per scomodare alcun collegio dei probiviri, sia perchè il consorzio non è un partito, sia perchè non esistono motivazioni per provvedimenti disciplinari. Esistono certamente delle istanze, ma fanno parte di un proficuo stimolo per un dibattito aperto, teso a migliorare la situazione. Se qualcuno si offende per questo, sono cavoli sua. Da parte mia non mi lascio certo coinvolgere in situazioni dove la mia indipendenza possa essere cavalcata sia da un lato che dall’altro. Amo la trasparenza e l’equilibrio, anche se spesso sono accusato di "inaffidabilità". Dico quello che penso senza secondi fini e non sono legato a nessuno. Ho cinque figli e la mia opera e il mio pensiero è rivolto alle generazioni dopo la mia, non certo a me stesso.
    Grazie Mario del tuo intervento che, si capisce, è pieno di passione!

  11. …eppure voci ”dirette” dicevano che … forse erano solo pensieri di farlo ….mi fa piacere il tuo ottimismo e credo che sia giusto averlo in fondo se ciò avvenisse dimostrerebbe e riconfermerebbe e ancora di più che” potrebbero” esistere …” problemi….senza volontà di risolverli”.. in ultimo ancora di più sono daccordo sul pensare ..”al dopo”..in fondo (a differenza di altri)..”siamo solo custodi poco più”..

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