il bello e il brutto di essere vignaiolo

caparsavineyard8may2016

bella è la quiete, brutta è la grandine;
bello è lavorare fuori, brutto è lavorare in ufficio;
bello il sole sulle vigne, brutto il forte vento;
belli gli animali fuori dei vigneti, brutti gli animali dentro i vigneti;
bello veder crescere i figli, brutto vederli litigare;
belle le macchine per lavorare nuove; brutte le macchine vecchie;
bello quando non si rompono le macchine, brutto quando si rompono;
bello riposare, brutto vivere per lavorare;
bello rispondere al telefono, brutto rispondere al telefono mentre mangi;
bello il vigneto curato, brutto il vigneto diserbato;
bello l’amatore del tuo vino, brutto il denigratore del tuo vino;
bello bere vino ai pasti, brutto bere vino fuori pasto;
bello insegnare qualcosa, brutto non poterlo fare;
bello quando fai il vino, brutto doversene separare;
bella la gioia, brutta la depressione;
bello tornare stanchi dal lavoro, brutto non andare al lavoro;
belli i lavori manuali, brutta la burocrazia;
bella la vigna del vicino, brutta l’invidia;
bella la botte nuova, brutta la botte troppo vecchia;

bello il vino!

Vignaioli a rischio?

I Vignaioli, noi vignaioli quelli che vivono in prima persona “il vino”, siamo preparati ad affrontare i lampi del “successo”? Mi sembra di notare, io compreso, accenni di difficoltà di gestione di una notorietà che con merito oppure no questo mondo di vino a volte provoca.

Anche altre professioni, come gli attori o cantanti o personaggi politici si lasciano trascinare dalle stalle alle stelle ma con grande facilità si può tornare dalle stelle alle stalle.

Questo per esprimere un concetto che la mia compagna Gianna mi ripete spesso: è importante la consapevolezza di essere quel che si è, riconoscendo i propri limiti e difetti. Nel mondo dei vini l’IO (vignaiolo) può diventare pericoloso e abnorme. Un aspetto è la capacità lavorativa e imprenditoriale, ma un’altro aspetto è l’apparente capacità oltre misura a cui si può essere attribuiti da un mondo che macina per macinare e retribuire se stesso.

Premi e espressioni di sussiego, attribuzioni di magnificenze e perfezione, possono danneggiare il vero spirito dei vignaioli (io compreso!).

Meglio forse una certa lentezza e linearità e costanza piuttosto che cedere a improvvisi successi e lusinghe che durano qualche anno ma che possono provocare danni alla lunga.

Il Far West esiste ed è ora.

In questo periodo non sono riuscito a scrivere nulla. Pre-vendemmia, caprioli, burocrazia e vendemmia mi hanno assorbito. Tra l’altro sto ricevendo una abnorme massa di spam in questo blog e non sò se riuscirò a continuare a lungo con questa piattaforma. Mi scuso per quei ca**o di interventi che l’antispam non riesce più a contenere.

Ma veniamo alla riflessione che ho maturato in questo ultimo mese.

Il Far West esiste ed è ora.

Ho partecipato a un incontro tra Presidente Provincia di Siena, Capo della Polizia Provinciale di Siena, Sindaco di Radda in Chianti, Capitano della Stazione Forestale di Radda per la questione “caprioli” sfuggita di mano in Toscana (per inciso noi vignaioli abbiamo minacciato di arrivare ad invadere con i trattori piazza Piazza Duomo a Firenze per sollevare il problema, altrimenti nessuno si muove…). Ho poi avuto numerose discussioni con i vendemmiatori, con colleghi vignaioli, con la mia famiglia. Conclusione: troppe leggi, troppe norme, ognuno deve cercare da sè la soluzione dei problemi. E poi la questione della normale violenza della Natura che molti uomini e animalisti non riescono a comprendere e che credono che la salvezza di un animale sia più importante del Mondo intero; E poi l’incapacità di risposte veloci della politica; E poi l’assoluto egoismo sociale dove non c’è più lungimiranza nè ideali per operare meglio possibile; E poi si potrebbe continuare all’infinito con le tasse, per arrivare a dire che, oggi in Italia e forse nel Mondo intero, c’è Il Far West (ognuno per conto suo e poi si vedrà). E’ questo il sentimento dei vignaioli che accompagna questi giorni (piovosi).

L’importante è la salute, e questo ci deve bastare.

Finestre

 

Le finestre si usano per buttarcisi di sotto, o per cambiare aria, o per raggiungere universi paralleli.

Ma le finestre dei vignaioli sono diverse. Servono per operazioni importanti nel tempo, per esempio esiste la finestra per imbottigliare, più larga per i vini rossi e più stretta per i vini bianchi, esistono finestre per operazioni colturali, e via discorrendo.

Le esperienze tattili sono decisive per capire quando si apre una finestra, e solo l’esperienza e l’approfondimento può dare una visione d’insieme per capire quando queste finestre si aprono.

In qualche modo noi vignaioli, per il particolare lavoro che svolgiamo, siamo custodi di questa destrezza manuale, sempre più circondati da un mondo e un modo di agire frammentato, poco approfondito e sempre più superficiale che intorpidisce la mente.

INVITO

Da oggi, inizia una settimana di vacanza per le scuole, molte persone si muoveranno per andare in vacanza.

Per gli amanti del vino, della cultura che esprime, del benessere fisico e mentale che può dare un buon bicchiere di vino, invito a recarsi negli angoli più nascosti in Italia, dove si produce questo nettare. Invito a conoscere le persone, i vignaioli e i luoghi del vino. Invito ad assaporare i gusti diversi, ad allenarsi, degustando e visitando, invito a riconoscere le verità del vino e non solo le apparenze. Questa è la nostra cultura, una cultura antica di migliaia di anni, conoscerla significa dare possibilità a tanti piccoli produttori di continuare il proprio lavoro.

Buon viaggio

Campioni di Vino

Tutti vogliono i campioni di vino: giornalisti, enoteche, distributori, rappresentati, fiere, concorsi, proloco, iniziative promozionali, enti locali, associazioni di volontariato, associazioni sportive, camionisti… Poi ci sono i vini per le degustazioni, le più svariate, organizzate ormai in ogni angolo della Terra. Poi ci sono i regali ai parenti e agli amici. Tutto gratis. Occorre davvero una grande abilità per dare un senso logico ad un numero così elevato di richieste. Non è facile davvero. A occhio il cinquanta percento delle bottiglie “regalate” è come averle buttate via. Addirittura sò di numerosi casi che qualcuno ha il coraggio di rivendere (a nero) le bottiglie acquisite in vari modi, e questo veramente non va bene.

Probabilmente per l’industria vinicola su centinaia di migliaia o addirittura milioni di bottiglie il numero di quelle perse incide poco, ma per i vignaioli che imbottigliano 20-30.000 bottiglie e ne “regalano” mille la questione è gravosa. I problemi dei vignaioli sono anche questi…