Le vigne dei coltivatori diretti sono ben assistite

Nel tempo del coronavirus gli appassionati di vino possono domandarsi: ma come procedono i lavori in vigna? Posso rispondere per me, ma mi sono accorto da telefonata di un collega stamani che le cose stanno andando più o meno allo stesso modo qui in Chianti.
Chiusi in casa, noi (pochi) coltivatori diretti che prevalentemente coltiviamo con le forze familiari, non ci stiamo. Ora che non c’è bisogno di viaggiare per cercar di vendere, non c’è bisogno di star dietro ai turisti, non c’è fretta nella burocrazia, addirittura non riceviamo più neanche le telefonate pubblicitarie inutili, abbiamo tempo. Tempo che dedichiamo alla cura del vigneto, per sistemare, per riparare, per sentirsi vivi e finalmente quel senso di contatto vero con madre Natura, senza frenesie, che mi vede ormai da quaranta anni qui a Caparsa.
Detto questo è probabile addirittura che l’annata qualitativa sia eccezionale proprio per il privilegio che noi coltivatori diretti (alias contadini) abbiamo in questo periodo storico per la cura individuale del podere.
Naturalmente le ombre commerciali sono molto lunghe, ma per il momento possiamo andare avanti meglio di tante altre categorie che, riconosco, non hanno la stessa “fortuna”.

La Spada di Damocle

 

Un piccolo agricoltore, Coltivatore Diretto come me, si deve sobbarcare di mille obblighi, in quanto si occupa dalla produzione fino alla commercializzazione. Star dietro a tutto, lavorare sempre e ricordarsi che esiste l’amore, ed è la cosa più importante, per e della famiglia è difficile.

Cosicchè le spade di Damocle sono sopra le nostre teste, in ogni dove: il vigneto, le macchine, i collaboratori, la trasformazione, la commercializzazione, ecc.

Purtroppo, le numerose regole e leggi fanno in modo che anche piccoli errori formali possono diventare catastrofici se i controlli vengono applicati alla lettera.

Recentemente ho avuto un rilievo poichè nell’etichetta di alcuni vini non ho scritto “Prodotto in Italia”, avendo scritto solo “Italia”, oppure ho scritto “Integralmente prodotto da…” invece di “Integralmente prodotto e imbottigliato da…”.

Lo ammetto, mi è sfuggito, ma in parole povere se dovesse esserci un controllo della Repressioni Frodi avrò una multa ingente e il sequestro di tutte le bottiglie etichettate, che sono proprio tutte perchè imbottiglio etichettando una volta per tutte (non avendo spazi sufficienti per stoccare ed etichettare via, via).

Orbene, vi dico con sincerità che se accadrà qualcosa del genere, probabilmente andrò in galera perchè prima farò una strage. Ovvia l’ho detto, sia che ci crediate, sia che no.