La Quercetina nel Sangiovese: pregio o difetto?

Da alcuni anni, una preoccupazione si aggiunge a tutte le altre tra i produttori sopratutto artigianali di sangiovese. A causa dei cambiamenti climatici, si manifesta nel vino un precipitato in sospensione o sotto il tappo filamentoso e vaporoso che è appunto una sostanza chiamata quercetina. E’ un flavonoide prodotto dalla frutta. Viene venduta anche su Amazon ad un costo che supera anche i 70 euro per 200 capsule. E’ usata come antiossidante e come anticancro.

Mentre generalmente i precipitati tartarici nel vino sono accettati tra i consumatori evoluti, nel caso della quercetina non esiste una sufficiente informazione per cui il rischio è di vedersi tornare indietro il vino per questo difetto, che non altera né il sapore né il gusto. Al momento solo il PVPP, molecola di sintesi vietata nel biologico, ne assicura l’eliminazione o il contenimento ma ad un costo organolettico pazzesco.

In particolare i vini del 2014 possono manifestare la quercetina in bottiglia ma il fenomeno lo si registra anche in alcune annate precedenti e successive. Pare che la formazione fuori misura di questa sostanza, partendo dall’uva fino ai processi di fermentazione, si origini dalla luce, dalla radiazione solare, ma naturalmente tanti altri fattori entrano in gioco come la conduzione agronomica, i cloni, la composizione del suolo, e tanti altri motivi. Anche i chimici enologici per ora brancolano nel buio e la soluzione migliore sembra al momento quella di ritardare l’imbottigliamento.

A me piace invece sottolineare come questo fenomeno debba essere semplicemente comunicato per aumentare la conoscenza e la cultura del consumatore, oltretutto quando si parla di una sostanza…. benefica.

Dunque, nella scheda del vino Caparsino 2014 ho scritto: “Questo vino può manifestare dei precipitati in bottiglia di quercetina (un flavonoide molto salutare per le sue proprietà antiossidanti e anticancro), in sospensione o sotto il tappo, senza compromettere la qualità del vino.” e in inglese: “This wine can show precipitate in bottle of quercetin (a very healthy flavonoid for its antioxidant and anticancer properties), in suspinsion or under the cap, without compromising the quality of the wine.”

Fasce di prezzo

Il fatto determinante che condiziona l’acquisto di una bottiglia di vino è spesso il prezzo. Infatti, a parte i pochi consumatori evoluti che confrontano, degustano, cercano e quindi decidono in base alla qualità, originalità e prezzo, la maggior parte dei consumatori guarda esclusivamente il prezzo. La qualità non interessa. Può essere una ciofeca, un vino che ricorda lontanamente il vino, ma l’importante è il prezzo basso. Purtroppo questi sono la maggioranza; dico purtroppo perché sono convinto che questo tipo di consumatori che tendono alla quantità e non alla qualità siano da considerare una piaga sociale. Con il loro comportamento causano enormi problemi ambientali, inquinamento, ma anche speculazioni, bolle speculative. Sono anche convinto che molti di loro non hanno mai assaggiato vini di una certa qualità favorendo l’allontanamento da questo prodotto e a considerarlo solo come una bevanda per sballare o per dimenticare (naturalmente non è una certezza che un vino costoso sia migliore di uno economico, come non è una certezza che un vino poco costoso sia pessimo!).

D’altra parte anche molti, troppi, produttori o imbottigliatori mettono in bottiglia, mediamente, vini molto scadenti, magari il prezzo si basa solo sulla confezione o sull’estetica del contenitore e non sulla qualità del contenuto. Essi contribuiscono così, loro stessi, ad allontanare possibili passioni per il vino. Costoro sono una piaga sociale, in quanto favoriscono un giro non certo virtuoso e contribuiscono alla crisi del vino allontanando gli italiani dalla cultura del buon bere e mangiare (consapevole).

E Voi che ne pensate?