Tornato dalla Stazione Leopolda per l’evento Chianti Classico Collection, dove ho trovato ottimi risultati per i miei vini presentati, mi sono chiesto quanto la ripetitività delle azioni umane siano opprimenti. Ho visto infatti molti volti conosciuti che dopo molti anni che ripetono le solite azioni esprimevano sofferenza. L’entusismo che si esprime nell’affrontare le novità sono sempre positive e trascinanti, mentre l’abitudine e la ripetitività esprimono un senso negativo. Questo accade sopratutto dopo una certa età. Partecipare per molti anni a eventi come la Chianti Classico Collection, ma sopratutto il Vinitaly, può provocare una sorta di insofferenza. Addiritura plateale tra alcuni giornalisti “costretti” a una maratona di degustazioni di oltre 230 campioni di vino alla Collection.
Come risolvere la questione? Innanzitutto credo che dare spazio ai giovani è la prima condizione, ma credo anche che il rinnovamento e la sperimentazione di nuovi modi di svolgimento degli eventi, possa restituire un po di entusiasmo in un comparto che, diciamo la verità, comincia a saper di vecchio (… oh! Mi ci metto anch’io è… ). L’esperienza della cena da Burde del lunedì, con una sorta di competizione tra alcuni vini di Montalcino e del Chianti Classico (Guelfi contro Ghibellini) può essere una delle tante idee che si potrebbe applicare per dinamizzare la presentazione dei vini nelle anteprime.