Le Guide dei vini d’Italia saranno costrette a saltare l’uscita?

Non ho la sfera di cristallo ma sicuramente cambiamenti in questo settore ci saranno, eccome. Io come penso altri vignaioli in questo tempo di Coronavirus stiamo posticipato le uscite dei vini, almeno alcuni vini, per cercare di affrontare il probabile e terribile crollo di liquidità necessario per gli stipendi, per proseguire i lavori in vigna e altro. Anche Caparsa ha rimandato il previsto imbottigliamento di primavera dell’annata 2017 Chianti Classico Annata e Riserva in attesa di tempi migliori, cioè il prossimo autunno o addirittura molto dopo. Riconosco che il vino Chianti Classico è una tipologia che può facilmente invecchiare per cui non risentirebbe in termini di qualità lunghi slittamenti. Però non permetterà alle guide di recensire in tempo i vini. Per lo meno alcuni.
E’ anche vero che ci sono vini che sono già stati imbottigliati per conservare le loro caratteristiche di freschezza, oppure imbottigliamenti già effettuati poco prima dello scoppio della guerra Coronavirus.
Dunque, le domande mi sorgono spontanee: le guide 2021 saranno costrette a recensire prevalentemente i bianchi, i rosati, insomma i vini giovani? E per i vini importanti, come faranno? Rischiano di uscire in autunno guide un po’ incomplete… sempre che cerchino di proseguire nel solco del passato.

La frustrazione degli esclusi nelle guide

Non avrei mai pensato alla tanta partecipazione con numerosi interventi a un post su Facebook, in cui si affronta l’argomento degli esclusi nelle guide del vino.

Il nocciolo, in sintesi, è questo: molti produttori sono esclusi dalle recensioni delle guide, nonostante l’invio dei campioni. Legittimo, dipende dalla linea editoriale e degustativa: qualcuno è premiato in una guida mentre in altre non è nemmeno recensito, come me, oppure altri purtroppo non sono mai stati recensiti da nessuno.

Ma il fatto che i curatori delle guide non spieghino perché dell’esclusione nonostante i vini inviati come da loro richiesto, questo è sicuramente frustrante per qualsiasi produttore bravo o non bravo, noto o sconosciuto. In effetti un cenno, una telefonata, due righe gentili darebbe certezza al produttore che il suo vino è stato degustato, ma anche sarebbe un’incentivo a far meglio, a capire dove si sbaglia per migliorare e una piccola soddisfazione dal sapere che si esiste.