Oggi ero a Radda, ed ho saputo che una enoteca, aperta agli inizi degli anni 2000 chiuderà. In una grande città come Londra, Roma, la cosa può passare inosservata, molti chiudono, altri aprono. Ma in una piccola frazione le cose non funzionano come in una grande città. Secondo me è il segno di un cambiamento sostanziale del modo di vendere, sopratutto il vino.
La Grande Distribuzione, con suoi prezzi al ribasso e una politica aggressiva nei confronti dei conferenti, ha ormai definitivamente distrutto una grande fetta di commerci al minuto, giusto o sbagliato che sia. Il commerciante al minuto è allora giunto ad un bivio: deve giustificare il prezzo più alto. Questo lo si può fare vendendo prodotti che sono al di furori della GDO, e fornendo una assistenza specialistica professionale che conferisce un valore aggiunto, importante e decisiva. La fidelizzazione, la sincerità, l’affidabilità, la comunicazione, le iniziative, gli eventi, la conoscenza delle lingue, sono le qualità che fanno la differenza tra GDO e commercio “piccolo”.
Chi ha creduto d vendere i vini sotto l’influenza dell’onda positiva, senza quelle necessarie qualità di cui accennavo, non resiste all’urto della realtà. La realtà è quella vera, la virtualità, la banalità, è morta.