Auguri di Buon Anno

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Il tempo passa, scandisce la vita e oltre in questo universo. Da ragazzo, quando intrapresi la vita del vino, i nomi del mondo del vino come Veronelli, Bonilli, Cernilli, Gentili, Macchi, e poi Sangiorgi, mi davano soggezione. Poi il tempo passa per tutti, qualcuno non c’è più, gli altri invecchiano come me e ti rendi conto come tutto sia una grande giostra, dove chi comanda è sempre il tempo.
Esistono tanti tempi diversi che si susseguono nella vita degli individui: i tempi dell’incoscienza, della rivoluzione, della maturità, il tempo degli sbagli, il tempo delle necessità, il tempo delle virtù e dei figli e per quanto mi riguarda anche il tempo del vino: realizzare i vigneti, curarli, raccogliere, vinificare, e i lavori in cantina, imbottigliare, vendere…
Un altro anno sta per finire, ed oggi ammetto di sentirmi un poco malinconico ma felice: vivere i colori del tramonto di quel mondo che ho conosciuto da ragazzo e contemporaneamente apprezzare ciò che è stato, mi rende felice. E dopo il tramonto arriverà una nuova alba. Alba che per forze di cose sarà popolata da giovani, da nuove persone, nuovi racconti, nuove facce, nuove energie. Nomi del mondo del vino come Carrus, Pracchia, Cini, Conticelli, Pietrobattista, Morichetti, Bonucci, Petrini, Gori, Gariglio e i numerosi wine blogger…
Auguri a tutti. W il vino.

Il mondo del vino deve svecchiare

Largo ai giovani. I giovani sono coloro che guideranno il mondo. Sono loro che hanno l’energia, l’entusiasmo per affrontare il futuro, magari anche con errori che però fanno parte della vita, della crescita. I giovani possono migliorare il mondo.

Queste le considerazioni che mi sono venute in mente quando ho ascoltato l’intervista a Ezio Rivella, ottantenne, recentemente eletto a Presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino. Vedi l’intervista di Carlo Macchi. Sicuramente uomo di esperienza, ma non certo comunicatore di innovazione e freschezza. Intendiamoci, non ho nulla contro i “vecchi”, ma a un certo punto gli anziani si devono mettere da parte, magari assolvere la funzione di consiglieri, per dare spazio ai giovani.

Questo non accade, non solo nel mondo del vino, ma anche nel mondo della politica.

Anche a livello di calcio, gli ultimi mondiali hanno dimostrato come investire nei vivai, nei giovani, premi più che l’esperienza.

Io credo che il mondo del vino stia soffrendo della sindrome dei favolosi anni 90, si cerca in tutti i modi una sorta di replica dei personaggi di quei fortunati anni, tentativi di nostalgiche perpetuazioni. Ma i morti non resuscitano.

 

Il vino è sempre vino!

Dopo due giorni di degustazioni e seminari a Radda, dove i vini del luogo sono stati protagonisti, riporto alcuni pensieri.
Innanzitutto ringrazio Carlo Macchi che mi ha inserito nella comparazione Sangiovese/Nebbiolo (3 Baroli e 3 Chianti Classico) di cui il mio Doccio a Matteo 2000 Riserva ha fatto una buona figura ed anche l’Enoclub di Siena dove nell’elogio all’invecchiamento pare che il vino Doccio a Matteo 1999 Riserva è stato apprezzato subito dietro a Montevertine Il Sodaccio 1988 (che è un mito per la sua freschezza!). Ringrazio poi la ProLoco di Radda e tutti i ragazzi che hanno collaborato per la felice manifestazione.

Devo poi sottolineare che la semplicità e l’umiltà di tutti è stata la base dell’atmosfera generale. La tentazione di adoperare linguaggi forbiti e inutili nel descrivere i vini, spesso incompresibili, non è stata nemmeno sfiorata. Tutti e ovunque hanno usato linguaggi e comportamenti semplici come umanamente deve essere.
Una vittoria del vino, quello autentico, sulla presunzione e sullo snobismo enologico.