Quante chiacchiere!

Insomma, a leggere quà e là, le chiacchiere sul vino e il mondo che lo circonda non finiscono mai. In effetti il vino ha questo potere: far chiacchierare tutti, con disinvoltura, a volte con cognizione, a volte con presunzione, a volte prendendo sfondoni come Franco Ricci. Poi si aggiunge il Web, che amplifica enormemente tutto, la parte “bassa” della piramide ha una voce in capitolo (finalmente!), la parte alta della piramide si impermalosisce… e giù ancora chiacchiere…

A volte mi chiedo a chi può essere utile tutto questo chicchierare, questo rumoreggiare, questo fiume di parole, e semplicemente mi rispondo: basta spegnere la tv, il computer, il telefono, lo smartphone, il tablet e il silenzio arriva come d’incanto. E’ possibile scegliere, ascoltare e interloquire con chi interessa. Magari solo leggendo in silenzio qualche bel libro, con un buon bicchiere di vino.

Azienda famosa vendesi in Chianti

Ieri mi è giunta voce che una famosissima azienda del Chianti Classico è in vendita. Se sia vero o no non posso saperlo, ma quando girano questi “segreti” un fondo di verità c’è. La tentazione di lasciare tutto, cercare di raggranellare qualcosa per poter uscire da una perversione quotidiana dettata dalle banche e dalla finanza è forte. Una situazione depressiva causata non tanto dall’economia reale, ma da una filosofia della vita e della società che non si basa più sui sentimenti e i rapporti umani, piuttosto si basa solo su calcoli economici, spead, bot, cct, denaro contante, assegni, libretti di risparmo, BCE, pensione, sta provocando una depressione tale che gli uomini “normali” non riescono più a tollerare (Vedi la recente notizia dei suicidi dei piccoli imprenditori del Veneto.).

Le Necessità, una riflessione

Come ogni vigniolo sà, le migliori uve si raccolgono dalle viti che hanno necessità di reagire contro le avversità, se vogliono sopravvivere. E le viti son toste! Terreni aridi, condizioni meteo spesso estreme, bastonate per grandine o attacchi fungini, ecc. fanno reagire positivamente la viva vite.

Spesso confronto con gli esseri umani quanto ho detto: quando l’uomo è in condizioni troppo agiate e il benessere è troppo, perde stimoli, si abbandona, si lascia andare all’ozio; quando invece le difficoltà sono tante, quando la necessità di lottare con le unghie e con i denti per rimaner vivo è di vitale importanza, ecco che la vita offre quello stimolo, quell’energia adatta a sopravvivere meglio, ci si dà daffare, si apprezza e si riesce a essere anche felici in qualche momento.

La situazione Italiana attuale si può sintetizzare così?

Enoteche che chiudono

Oggi ero a Radda, ed ho saputo che una enoteca, aperta agli inizi degli anni 2000 chiuderà. In una grande città come Londra, Roma, la cosa può passare inosservata, molti chiudono, altri aprono. Ma in una piccola frazione le cose non funzionano come in una grande città. Secondo me è il segno di un cambiamento sostanziale del modo di vendere, sopratutto il vino.

La Grande Distribuzione, con  suoi prezzi al ribasso e una politica aggressiva nei confronti dei conferenti, ha ormai definitivamente distrutto una grande fetta di commerci al minuto, giusto o sbagliato che sia. Il commerciante al minuto è allora giunto ad un bivio: deve giustificare il prezzo più alto. Questo lo si può fare vendendo prodotti che sono al di furori della GDO, e fornendo una assistenza specialistica professionale che conferisce un valore aggiunto, importante e decisiva. La fidelizzazione, la sincerità, l’affidabilità, la comunicazione, le iniziative, gli eventi, la conoscenza delle lingue, sono le qualità che fanno la differenza tra GDO e commercio “piccolo”.

Chi ha creduto d vendere i vini sotto l’influenza dell’onda positiva, senza quelle necessarie qualità di cui accennavo, non resiste all’urto della realtà. La realtà è quella vera, la virtualità, la banalità, è morta.

Istinti

L’istinto negli animali è fondamentale per la sopravvivenza, nell’uomo la scienza ha sostituito gran parte di questa virtù. La scienza e la tecnica hanno trasformato l’arte del fare il vino. In qualche modo solo la biodinamica e la biologica hanno conservato, o meglio tentano di conservare, un’idea di enologia in cui la spontaneità e l’istinto del vignaiolo/vinificatore ha un’importanza decisiva. L’Arte di far vino proviene anche da culture, ma spesso l’istinto del vignaiolo è decisivo per una buona qualità. Lo sviluppo di questa virtù dipende da continue osservazioni, giudizi, sintesi, conoscenze, esperienze, stati d’animo, decisioni nel tempo, che la sola tecnica non può offrire perchè… perchè sono convinto che non siamo fatti di solo materia…

Vecchia ricetta del Chianti Classico

C’è un interessante piccolo trafiletto nella guida “Slow Wine 2012”, a pagina 764, che (sperando non vada incontro ai diritti d’autore), riporto in parte:

“Il disciplinare di produzione del Chianti Classico è stato modificato nel giro di pochi anni. Nel corso degli anni il celebre metodo del Barone Bettino Ricasoli di associare il Sangiovese col canaiolo, ciliegiolo, colorino, trebbiano e malvasia toscana, si è afflievolito a favore di un taglio moderno, con l’utilizzo di vitigni internazionali, indotto da un mercato che richiedeva vini più consistenti. Attualmente il disciplinare non prevede l’utilizzo di uve a bacca bianca nel vino. Crediamo che la territorialità di un vino si possa affermare ed esprimere al di là del corredio varietale. E’ nelle mani del viticoltore che si esalta il luogo di origine attraverso un’agricoltura rispettosa e sensibile verso la tradizione di un territorio”. E si citano alcuni vini di Castellinuzza e Piuca, Podere Erbolo, Reggine e Caparsa, “vini che trovano spazio nell’ambito delle IGT o dei vini da tavola, snaturati quindi sul fronte appellativo.”

Che dire di meglio? Chi ha orecchi per intendere, intenda.

36 blogger in visita a Caparsa

Erano tutti insieme, i 36 blogger provenienti da tutto il mondo in visita ieri a Caparsa. Devo confessare una certa tensione prima dell’arrivo, ma sopratutto quando sono scesi dal pullman: armati di cavalletti, macchine fotografiche, i-Pad, computers, sembrava d’essere in un mondo proprio virtuale. Virtuale o no, ho fatto la mia visita guidata, e ho cercato di comunicare la realtà dei piccoli coltivatori di vino nel Chianti Classico. Ho cercato di spiegare le differenze di stile, di vita, ma anche sociali e politiche tra “Wine Industries” e Vignaioli…

L’impressione è che la categoria “giornalisti” sia un pochino in declino, in quanto internet sta spiazzando questa categoria, e i wine blogger, che si radunano ogni anno in Paesi diversi, quest’anno si sono radunati in una  conferenza a Franciacorta (EWBC 2011, 14/16 Ottobre) per organizzarsi e scambiarsi idee. Una passione, in comunità, davvero grande…

In piena vendemmia

Ho veramente poco tempo, oggi ho raccolto sicuramente la miglior uva sangiovese dell’annata, come mostra la foto.

E’ molto bella l’uva, è una soddisfazione, ma io sono stanco. Il mio pensiero va a tutti gli amici produttori, nella mia stessa situazione. Meno male che qualche guida di vino ci dà un pacca sulle spalle, ogni tanto. Ecco, forse ai produttori l’unico motivo per partecipare alle guide è questo benedetto colpetto che aiuta ad andare avanti. Il resto è niente. Comunque, per chi non ha avuto premi o riconoscimenti dalle guide, va il mio pensiero e il mio affetto per quel che vale…

La mia Vigna di 46 anni

Oggi è iniziato il lavoro di selezione massale del Sangiovese (e dellla Malvasia Bianca e del Trebbiano) nella mia vigna di 46 anni. Questa vigna era già impiantata quando mio padre acquistò Caparsa (1965) e fu innestata da innestini professionisti di quell’epoca, uno dei quali mi ricordo il nonno di Riccardo Porciatti, attuale conduttore di Casa Porciatti, alimentari di prodotti tipici a Radda in Chianti. In quell’epoca era uso piantare il piede resistente alla fillossera, da portainnesti americani per lo più provenienti dal Sud Italia (come la Sicilia), e poi innestare con cloni selezionati  quà e là tra le viti delle colline limitrofe di Radda in Chianti, tra i vari contadini che coltivavano la vite.

Tra l’altro aggiungerei che questi cloni sicuramente risentono dell’influenza del periodo etrusco, testimoniato dall’area archeologica di un insediamento etrusco ellenistico del Monte alla Croce, poche centinaia di metri da Caparsa. La produzione di vino nel villaggio è testimoniata in maniera significativa dal rinvenimento di acini d’uva combusti esposti al Museo Archeologico del Chianti Senese, e delle tracce di un torchio vinario.

La procedura della selezione, iniziata oggi, mi porterà tra una decina d’anni alla produzione di vino di Sangiovese antico in circa un ettaro e mezzo di nuovo vigneto. I passaggi saranno i seguenti: oggi prima selezione delle migliori viti, tra una ventina di giorni ulteriore selezione per eliminare quelle viti che potrebbero avere accumulo di virosi o malattie in genere, verificando il viraggio della pigmentazione delle foglie. Successivamente si procederà all’innesto su portainnesti idonei e, tra alcuni anni, all’impianto di un primo filare. Dopo qualche anno verificheremo le migliori qualità di quel singolo filare e finalmente potremo piantare la vigna. Tempi necessari: tra gli otto e i dieci anni. Tanto? no, in agricoltura i tempi sono questi.

Quindi la mia vigna, ancora in produzione, da me rinfittita una quindicina di anni fa, conserva ancora una storicità secolare che proviene dai luoghi circostanti. E’ l’unico esempio rimasto tra le colline di Volpaia, S. Maria Novella, Albola, Radda e Monteraponi in quanto tutte le vigne intorno sono state reimpiantate con vitigni selezionati recentemente da luoghi diversi e lontani. Nella vigna insieme al Sangiovese c’è anche il Trebbiano e la Malvasia Bianca Lunga del Chianti Classico, vitigni una volta usati tradizionalmente per fare il vino Chianti Classico. Oggi le viti a bacca bianca sono indirizzate alla produzione di Vin Santo Doc del Chianti Classico o a Igt Bianco Toscano, in quanto è vietato usare le uve bianche nel vino Chianti Classico, ma quest’anno produrrò il vero e antico Chianti Classico con le uve bianche e il Sangiovese, che non potrò dunque denominare come Chianti Classico, ma come Igt Toscano, alla faccia di chi vuol produrre Chianti Classico con i vitigni bordolesi. Una rivoluzione, se comunicata bene.

Colpi di Sole

 

 Questo Agosto, dalla metà di Agosto, ci stà riservando una calura con punte di oltre 40 gradi centigradi. L’ambiente, i boschi, le vigne, stanno subendo un grande stress. La cosa più appariscente sono i boschi che improvvisamente si sono tinti di marrone: molti alberi non ce la fanno, ingialliscono le foglie, le stanno perdendo. Non si era mai visto un fenomeno così. Probabilmente Giugno e Luglio freschi, avevano abituato le piante troppo bene ed ora ne subiscono le conseguenze. Per quanto riguarda la vite e l’uva, sento già che qualcuno ha iniziato a vendemmiare i vitigni francesi, ma mi domando con quale qualità. Per il Sangiovese ancora non voglio pronunciarmi, poichè Settembre è il mese decisivo, come sempre. Certo è che se dura così, potremo avere un’annata imprevedibile.